Diablo III
Era scontato. Era doveroso. Diablo III non poteva non includere tra le sue classi il Negromante, una delle più amate del precedente capitolo. Annunciato allo scorso BlizzCon, dopo un periodo di beta su PTR in verità più contenuto di quanto ci aspettassimo, il DLC “L’ascesa del Negromante” è disponibile per l’acquisto in sola versione digitale al prezzo di 14.99 € per tutte le piattaforme (PC, PS4 e XBox One). Cerchiamo di capire cosa offre e se il giro della giostra vale il prezzo del biglietto. Specifichiamo innanzitutto che il DLC è stato rilasciato in concomitanza della patch 2.6, che con i suoi corposi 3 GB aggiunge a tutte le installazioni il Negromante (ovviamente visibile solo da chi lo acquista) con tutto il suo corredo di oggetti di gioco, e alcuni nuovi contenuti, che invece saranno disponibili per tutti. Ci riferiamo, in sostanza, ai Varchi di Sfida, particolari varchi personalizzati con regole custom che illustreremo nel corso dell’articolo, e le aggiunte per la modalità Avventura: due nuovi scenari nella mappa del secondo Atto (“Brughiera fosca” e “Tempio dei Primogeniti”) e i nuovi crocevia “Regni del Fato”, in pratica mappe ottenute fondendo randomicamente scenari differenti tra loro.
Per quanto riguarda il DLC, oltre alla nuova classe, il pacchetto include una mascotte (un grazioso Golem incompleto, piccolo e sprizzante sangue, qualitativamente il migliore realizzato finora), un set di ali, uno stendardo, un vessillo, un portaritratto, due slot eroe aggiuntivi e due schede inventario addizionali. Il tutto a un prezzo che potremmo definire onesto, considerando che una montatura di World of Warcraft può arrivare a costare anche 25 €, ma che forse con qualche euro in meno sarebbe stato più congruo. Chi si aspettava una nuova espansione, che riprendesse il filo della narrazione interrotto col finale aperto di Reaper of Souls, si sarà già rassegnato da tempo all’idea che una seconda espansione non ci sarà, e che Blizzard ha preferito rilasciarci solo un character-pack a pagamento. Sembrano lontanissimi i tempi di Lord of Destruction, quando un’espansione a buon mercato riusciva contemporaneamente ad aggiungere ben due nuove classi, a estendere la campagna principale con un nuovo e impegnativo atto, a rinnovare significativamente il gameplay e addirittura ad aumentare la risoluzione grafica. Tuttavia, cerchiamo di capire oggettivamente la natura dell’operazione di Blizzard e se il Negromante rappresenta un effettivo valore aggiunto per il titolo.
Spiegare il fascino del Negromante non è semplice, eppure è la classe più popolare e amata di Diablo II. Sarà l’idea di sconfiggere il male praticando le arti oscure e ripagando quindi i demoni degli inferi con la loro stessa moneta, sarà che gli eroi “negativi” hanno sempre avuto un appeal narrativo particolare rispetto agli scontati e luminosi paladini del bene, sarà che l’Inferno di Dante ci affascina ed entusiasma sempre di più del Paradiso… Sia quel che sia, il Negromante ha lasciato un’impronta indelebile in chi, come me, ormai diciassette anni fa, lo incontrò per la prima volta nelle terre di Khanduras, e imparò a padroneggiarne le particolari abilità. Ad esempio far resuscitare gli scheletri dei morti e averli al proprio seguito come esercito, evocare un potente Golem come guardia del corpo, utilizzare le ossa sepolte nel terreno come armi da lanciare contro il nemico o come sbarre di una prigione in cui rinchiuderlo, scagliare maledizioni con cui affliggere intere orde di nemici, o addirittura far risorgere come proprio alleato un elite appena ucciso.
Blizzard è ripartita proprio da quell’archetipo così riuscito, e ha saputo operare un adattamento intelligente. Innanzitutto un ispirato svecchiamento grafico ha tradotto in chiave moderna e perfettamente integrata col resto delle classi la resa visiva del Negromante, che ha un look cattivo e carismatico (gli artwork prodotti dagli artisti di Irvine sono fantastici). Alcune delle abilità già note le ritroviamo quasi intatte, e con esse le animazioni che ricordavamo sono state riadattate con fedeltà, suoni compresi: ne risulta un piacevole effetto deja-vu, che vi farà sorridere sotto i baffi, constatando che sì, finalmente, avete tra le mani di nuovo il Negromante.
Naturalmente non siamo di fronte ad una copia sterile e pedissequa della vecchia classe: se alcune abilità le ritroviamo tradotte in maniera fedele, altre sono state abbandonate, altre ancora sono nuove di zecca. Per la serie “vecchie glorie”, citiamo ad esempio la lancia d’ossa, l’esplosione cadaverica, la resurrezione degli scheletri, l’evocazione del Golem, lo spirito d’ossa, la nova velenosa e un paio di maledizioni. Nella sezione “persi per strada”, commemoriamo il Golem di metallo, che veniva evocato a partire da un’arma da cui ereditava le caratteristiche (idea geniale, ma forse ritenuta troppo complessa da incastrare nell’impianto attuale), il muro d’ossa (che ha sempre messo a dura prova il pathfinding dell’IA nemica) e la prigione d’ossa. La necessità, invece, di rinfrescare la classe con novità interessanti è stata coniugata con quella di dover differenziare il Negromante dallo Sciamano, questione non certo secondaria. Infatti, lo Sciamano rappresentava un omaggio al Negromante, la classe che lo “rimpiazzava” nel terzo capitolo. E per molti versi era effettivamente così, sia per la caratterizzazione generale (voodoo equivalente alla negromanzia, abilità basate sul veleno per entrambi), sia per i pet (cani zombi equivalenti agli scheletri, Gargantua equivalente al Golem).
Ragionando su come evitare di creare una classe clone di una già esistente, gli sviluppatori hanno seguito alcuni principi. Innanzitutto cedere il dominio del veleno allo sciamano e introdurre un nuovo elemento primario per il Negromante: il sangue (scelta perfettamente in asse con l’archetipo). Ecco quindi nuove abilità basate sul sangue come salasso (che sottrae sangue al nemico recuperando salute), flusso di sangue (una sorta di teletrasporto che consuma il 5% della vita) e simulacro (che crea un clone di sangue dell’eroe, con le stesse abilità basate sull’Essenza). Ragionando poi sulle creature evocate, il Negromante si distingue dallo sciamano per il numero assai più elevato di servitori: impossibile non citare in tal senso l’armata dei morti, spettacolare skill che fa sorgere centinaia e centinaia di scheletri che si avventano contemporaneamente sul nemico, in una devastante festa per gli occhi.
Ma la differenziazione cruciale è la possibilità di assegnare obiettivi al Golem e agli scheletri: infatti, l’evocazione di queste creature è solo il lato passivo della skill, mentre il cast attivo con il puntatore su un bersaglio, farà si che i nostri servitori si fionderanno sul nemico selezionato, concentrando contro di esso i danni. Una differenza sostanziale, che possiamo assicurarvi cambia nettamente, rispetto allo Sciamano (e anche rispetto al Negromante di Diablo II), lo stile di gioco e le strategie attuabili. Una realizzazione esente da difetti, dunque? Non proprio, qualche cambiamento lo abbiamo apprezzato meno. Ad esempio, l’abilità Mago Scheletrico e la sua durata temporanea di pochi secondi: comprendiamo che il senso della skill è cambiato, ma non è divertente dover attivarla di continuo per avere il servitore in gioco, mentre arricchire l’armata con maghi persistenti forse lo sarebbe stato. L’abilità Rianimazione, che ricordiamo come una delle più potenti di Diablo II, se nel precedente capitolo resuscitava lo specifico tipo di nemico abbattuto (elite compresi), ora resuscita dei demoni generici, facendo perdere efficacia e fascino alla skill.
Passando invece al tuning, occorre sistemare ancora qualcosa in termini di equilibrio tra le skill, ma questo è comprensibile e siamo certi che nei prossimi mesi verrà messo in atto un lavoro di taratura, sia nel contesto della singola classe, sia in relazione con le altre presenti nel gioco. Altro aspetto migliorabile è legato alle build disponibili. La patch 2.6 aggiunge al gioco tutta una serie di armi ed oggetti per il Negromante, dai comuni ai leggendari, oltre a quattro set unici particolarmente ispirati, incentrati su ossa (Rathma), sangue (Trag’Oul), rianimazione (Inarius) e maledizioni (Pestilenza), quest’ultimo contraddistinto dall’elmo col caratteristico becco allungato, indossato nel medioevo dai medici che assistevano i malati di peste. In questo momento, purtroppo, solo il set di Inarius sembra consentire una build pienamente efficace e all’altezza delle sfide proposte dal titolo, dunque è lecito attendersi dallo sviluppatore un supporto dedicato, con buff e correzioni che rendano appetibili anche le build basate sugli altri completi. Fatichiamo a comprendere come mai il periodo di beta sia stato così breve, frettoloso addirittura, se consideriamo gli standard cui ci ha abituato Blizzard: anche solo qualche altra settimana di tempo sarebbe potuta bastare per migliorare quantomeno la diversificazione delle build, aspetto ancor più cruciale se consideriamo che è generalmente il difetto principale imputato a Diablo III nel suo complesso.
In definitiva, questo DLC merita di essere acquistato? L’ascesa del Negromante offre la possibilità di utilizzare una delle classi più iconiche della saga e, stando alla nostra esperienza, una delle più divertenti (forse la più divertente) da giocare del lotto di Diablo III. A conforto di questa considerazione il fatto che più volte durante le nostre prove in ambiente live abbiamo trovato i server al completo (indice dell’interesse suscitato) e che giocando i rift in modalità avventura eravamo in party quasi sempre con Negromanti (indice dell’affetto nutrito dai fan per questo carismatico personaggio). Dunque, se avete apprezzato l’esperienza di gioco di Diablo III e/o se siete fan della vecchia guardia ansiosi di rivestire i panni in pelle del Negromante, procedete pure senza timore ad acquistare il DLC, certi che il supporto di Blizzard per la nuova classe non mancherà.
Se invece l’introduzione del Negromante vi lascia indifferenti e/o se la terza iterazione della saga del Signore degli inferi fiammeggianti non vi ha convinto o, peggio, vi ha deluso, questo pacchetto non vi farà cambiare idea, semplicemente perché un DLC non può arrogarsi un tale compito.Un’espansione avrebbe potuto farlo, con nuovi contenuti per la modalità principale, nuovi contenuti end-game, miglioramenti al gameplay… ma un’altra espansione non ci sarà.
Si ringrazia: hwupgrade.it