Need for Speed Unbound

Gareggia contro il tempo, supera i poliziotti in astuzia e partecipa alle qualifiche settimanali per affrontare la Grand, la più importante sfida di corse clandestine di Lakeshore. Il nuovo episodio della serie racing di Electronic Arts che è un mix di personaggi cartoon, graffiti e corse frenetiche.

Need for Speed è diventato negli ultimi vent’anni, a partire da Underground 2, sinonimo di gare di velocità in un contesto open world: una formula che la serie targata Electronic Arts ha saputo gestire generalmente bene, coniugando l’approccio arcade tipico del franchise alla corposità di questo genere di struttura, in grado di offrire un gran numero di eventi all’interno di mappe liberamente esplorabili.

 

Nel corso del tempo ci sono state alcune interessanti variazioni sul tema, talvolta riuscite e talvolta meno. Nel 2019, ad esempio, i ragazzi di Ghost Games hanno introdotto un po’ di freschezza grazie all’idea delle gare in diurna e in notturna: le prime legali, pensate per incassare denaro; le seconde clandestine, utili per farsi un nome nella scena e al contempo sbloccare nuovi eventi e potenziamenti da acquistare, ma cariche di tensione per via del rischio di essere arrestati dalla polizia e perdere tutti i soldi.

Se la memoria non ci inganna, sono ormai diverse edizioni che Need for Speed racconta fondamentalmente la stessa storia, con alla base un tradimento e il desiderio del protagonista di ottenere una rivalsa gareggiando. In questo caso la vicenda si svolge sullo sfondo di Lakeshore City, una città fittizia ispirata per molti versi a Chicago, e il personaggio che andremo a creare, maschio o femmina che sia, lavora insieme all’amica Jasmine presso l’officina di Rydell.

 

Il trio appare affiatato e non c’è dubbio che ci sia del tenero fra il protagonista e “Yaz”, ma un giorno si verifica l’impensabile: la ragazza ci chiede di recuperare un’auto per conto di una sua vecchia fiamma, ma giunti sul luogo della consegna scopriamo che si trattava solo di un diversivo per fare in modo che il garage di Rydell restasse incustodito, così che un gruppo di criminali potesse depredarlo e rubare tutte le auto da gara presenti. Sviluppato da Criterion Games, che torna alla serie dopo quasi 10 anni dall’ottimo “Rivals”, Need For Speed Unbound è un gioco che, anzitutto, ha una sua chiara identità ed anche una direzione. Il che, francamente, non è affatto da sottovalutare, specie se si considera il precedente Heat che, per quanto avesse dalla sua qualche buona idea (qui, per altro, riciclata un po’ barbaramente), mancava di quella grazie che ci si aspetterebbe, oggi come oggi, da un titolo di corse. In questo senso, Unbound, immette nel suo DNA due geni che ne hanno modificato, se non la struttura, quanto meno l’aspetto della serie Need For Speed, rendendo questo titolo di corse un concentrato di eleganza e fascino.

L’approccio open world è ormai un aspetto che viene dato quasi per scontato quando ci si avvicina a un episodio di Need for Speed, e da questo punto di vista Unbound non fa eccezione, pur senza brillare in termini di innovazione. La mappa di Lakeshore City è discretamente ampia e sa regalare dei panorami suggestivi, ma nella realtà dei fatti passerete il tempo a spostarvi dal punto A al punto B per partecipare a una gara o per tornare in uno dei rifugi disponibili, senza peraltro la possibilità di ricorrere al viaggio rapido. La sensazione è quella di uno scenario bello da vedere ma fondamentalmente arido, ed è un gran peccato. Stavamo dicendo dei rifugi: potrete sbloccarne di nuovi nel corso della campagna, aiutando le persone giuste, e una volta raggiunti questi luoghi avrete modo di modificare il personaggio, cambiando l’acconciatura e il colore dei capelli oppure acquistando nuovi capi d’abbigliamento basati su marchi realmente esistenti, tutti decisamente “urbani” in termini di stile fra bomber, sneaker e pantaloni di tuta; oppure modificare l’auto dal punto di vista estetico e delle prestazioni, o comprarne una nuova (il parco vetture è abbastanza ricco ma non sconfinato). Possedere diversi veicoli naturalmente può tornare utile per partecipare a eventi limitati a specifiche categorie e indici prestazionali.

In un contesto di un titolo in cui la direzione artistica è forte, direzionata e precisa, c’era il rischio che le personalizzazioni delle auto passassero un po’ in secondo piano, ma non è così e, anzi, oggi come oggi, proprio in virtù dell’effettistica che adorna il gioco, sembra si sia obbligati ad esagerare, ed a fare di più, come dimostra proprio il ricco editor di personalizzazione che, in soldoni, vi permetterà di creare il vostro bolide come preferite, potendo scegliere tra accessori, kit, spoiler, wrap di ogni tipo ed anche dettagli minuscoli e secondari come targa, luci, forma dei retrovisori o colore dei vetri! Tutto quello che si può modificare nella realtà, si può modificare anche qui, con anche la possibilità di condividere le proprie creazioni con la community, affinché siano scaricate da altri giocatori o, perché no, affinché le scarichiate voi, qualora siate pigri e non abbiate voglia di spendere ore ed ore nell’editor di gioco. Need for Speed Unbound riesce da un lato a caratterizzare in maniera forte l’esperienza dal punto di vista visivo, grazie al controverso effetto in stile “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” che vede personaggi in cel shading muoversi all’interno di un mondo reso in maniera realistica, auto e scenari compresi; dall’altro rimane sul vago in termini di gameplay, riprendendo l’indovinata formula di Heat ma senza grande convinzione, mettendo in campo un modello di guida che non siamo riusciti ad apprezzare fino in fondo e un open world senza dubbio bello da vedere ma che non fornisce motivi concreti per essere esplorato a fondo.

Si ringrazia: tomshw.it e multiplayer